martedì 5 dicembre 2017

sirene

Sirene è una fiction in sei puntate, andata in onda su rai1 ogni giovedì. La storia narra in modo quasi fiabesco di 4 sirene, che approdano sulla terra per riprendersi Ares, l'unico tritone in grado di continuare la prosecuzione della loro specie, che ha però deciso di stancarsi delle regole marine in cui sono sempre le sirene a comandare, dunque ha scelto di diventare umano e con il nome di Gegè, diventa sulla terra un'atleta molto famoso. Yara, la sirena che lo aveva promesso in sposo, assieme alla madre Marica e alle sorelle Irene e Daria, si imbatteranno in diversi esseri umani tra i quali Salvatore che, ignaro di trovarsi davanti delle sirene, le ospiterà nel suo bad and break fast. La serie, che vede come regista Ivan Cotroneo, rappresenta una svolta per rai1, in quanto per la prima volta si cimenta in un fantasy. fatta eccezione per la prima puntata, in cui lo spettatore non ne comprende ne il senso ne perchè sia stata mandata in onda, se si ha la pazienza di andare avanti non giudicando solo dal primo impatto, la serie presenta un prodotto fresco, piacevole, rilassante non tralasciando però l'attualità tra violenza femminile e bullismo, il tutto comunque trattato con leggerezza, ma allo stesso tempo con serietà. Dal punto di vista di chi non vede, la serie non ha rappresentato criticità, rivelandosi piacevole e godibile, adatta a serate di spensierato relax.

martedì 31 ottobre 2017

L'isola di Pietro

In quest'incerto inizio di stagione televisiva, tra conferme e incertissimi esordi che lasciano un po' a desiderare, domenica si è conclusa una delle fiction migliori con Gianni Morandi come protagonista, nei panni di un pediatra, che porta appunto il nome di Pietro. La figlia Elena, torna sull'isola sarda dove viveva col padre, dopo 15 anni e una brusca rottura con il suo passato. In un'intricato intreccio tra un passato da rielaborare e un presente da ricostruire, in grado di tenere alta la tensione e viva l'attenzione con colpi di scena degni di nota fino alla fine, la trama si è snodata in 6 puntate, che hanno regalato al pubblico un ottimo prodotto ben costruito e ricco di spunti da cui ripartire, che ha anche avuto il merito di riportare mediaset al ruolo di protagonista anche sul campo delle fiction, ruolo che negli ultimi anni era diventato molto marginale e ricco di flop. Dal punto di vista di chi non vede, il prodotto è risultato molto comprensibile e degno di nota, come sempre anche e soprattutto ai suoni e ai dialoghi che lo hanno arricchito ma, anche in questo caso, la possibilità di godere di qualche spiegazione che ha svelato con qualche puntata d'anticipo importanti particolari non è guastata.

domenica 3 settembre 2017

atipical

Atipical è una serie netflix che ripercorre le vicende di Sam, adolescente autistico che sente il bisogno di trovarsi una ragazza, costringendo la propria famiglia a cambiare stile di vita e dipensiero. Ciò che fin dai primi istanti salta all'occhio dello spettatore, è il modo assolutamente normale, ironico, spontaneo e a tratti scanzonato di affrontare il problema. Inizialmente quando ho letto la trama, ero sicura di trovarmi di fronte ad uno dei soliti drammoni, scontati, mielosi e pietistici sulla disabilità e tutti i modi di affrontarla. Così non è stato anzi, la serie scorre piacevolmente, in un crescendo di leggerezza e curiosità su come si svolgeranno le vicende. Proprio per il modo bello e differente con il quale viene trattato l'argomento, auspicherei che un giorno questa serie fosse riproposta in chiaro, per dar modo a chi non usufruisce di netflix di poterla vedere. Naturalmente, potrebbe non piacere a chi è addentrato nel problema e meglio di chiunque conosce la situazione come spesso capita, non tenendo conto che ogni individuo però è a se dunque non è da escludere che pur con la stessa patologia, riesca a sviluppare in maniera diversa e in alcuni casi maggiori abilità rispetto agli altri. Va detto che il protagonista della serie ha un autismo ad alto funzionamento, quindi con una maggiore predisposizione a sviluppare e imparare più abilità. Dal punto di vista di chi non vede, la serie e perfettamente comprensibile e piacevole da vedere.

martedì 29 agosto 2017

Glow

Glow è una serie netflix composta da 10 episodi, dedicata al Wrestling femminile. Con glow, le serie tornano a durare circa 30 minuti ad episodio, come accadeva negli anni 80 e 90, regalando al pubblico un ritmo dinamico, veloce che non stanca, a differenza di altre serie netflix, forse la maggior parte, i cui episodi hanno una durata di gran lunga maggiore. Glow parla di lotta, competizione, wrestling femminile appunto e si sa che le donne sono famose per essere più competitive e agguerrite. Glow però, sa anche toccare le corde dei buoni sentimenti, la cooperazione e l'amicizia su tutti, sentimenti che spingeranno un gruppo di donne a tirare fuori la parte migliore del loro essere, per riuscire a far carburare un progetto che per loro diventa vitale. Anche le più litigiose incollate alle loro rabbie derivanti da apparentemente insanabili dissapori, riusciranno a cooperare e collaborare, seppur con qualche difficoltà in più ad ammetterlo e lasciarsi andare. Dal punto di vista di chi non vede, la serie non presenta particolari criticità. Anche nelle scene di lotta libera, i dialoghi ma ancor più i suoni, aiutano perfettamente a comprendere il tutto. Probabilmente costituisce una maggiore agevolazione nella comprensione, il fatto che da piccola giocassi con i pupazzi lottatori di wrestling, corredati dal ring che nei movimenti durante la lotta, ne simulava perfettamente il suono ritrovato anche in glow.

giovedì 11 maggio 2017

Maltese (il romanzo del commissario) vs di padre in figlia

Nel corso degli ultimi mesi, la rete ammiraglia di viale mazzini ovvero rai1, ha scelto di proporre al pubblico due fiction molto diverse tra loro, ma al contempo con tante similitudini. Tutto il mondo è paese verrebbe da dire, se pensiamo che le fiction sono collocate agli antipodi del bel paese. Maltese infatti è ambientato a Trapani, in Sicilia, di padre in figlia in Veneto. Il primo è una storia di fantasia,mentre di padre in figlia narra di vicende realmente accadute. le prime similitudini si intravedono nel periodo storico, Maltese infatti è ambientato negli anni settanta, mentre di padre in figlia inizia negli anni sessanta per arrivare agli anni ottanta. Entrambe le fiction però, narrano di un'Italia fin troppo gretta, troglodita e per niente bella da vedere, anacronistica e difficile da digerire nel nostro tempo. Dario Maltese ha scelto di lasciarsi alle spalle Trapani e la sicilia, col carico di ricordi dolorosi che comportava; Il matrimonio di Gianni Peralta però, commissario di Trapani e suo più caro amico, lo porterà a farvi ritorno, per scegliere di restare quando, Gianni verrà assassinato assieme alla donna che lindomani avrebbe dovuto sposare e dalla quale aspettava un figlio. Maltese a quel punto, deciderà di restare per scoprire la verità, ricoprendo il posto di Gianni diventando dunque il commissario nella città di Trapani. sembra impossibile anche solo immaginare, che i produttori di maltese siano gli stessi di Montalbano, che niente ha a che vedere neanche lontanamente. Una fiction violenta, pesante da reggere, ansiogena, totalmente priva di momenti comici e quei pochi sprazzi di comicità che si prova a far intravedere, sono talmente esigui da apparire quasi impercettibili. Unico pregio potrebbe essere quello che ti catapulta all'interno della buia e arretrata realtà che racconta ma, il problema è che in quella realtà ti ci sprofonda. ritengo che la Sicilia abbia molto più da dare e da offrire e che la storia, basta ricordarla senza bisogno di riesumarla grazie a fiction becere intrise di mafia e violenza. Finchè si proseguirà su questa strada, dubito che ci si affrancherà mai dal sinonimo Sicilia mafia etc. sembra che la rai con questa fiction abbia tentato di imitare mediaset, con risultati ancora peggiori. Di padre in figlia invece, narra le vicende della famiglia Franza, Gianni è un padre patriarcale che non accetta che moglie e figlie possano nutrire il desiderio di studiare, lavorare, vivere senza il suo monopolio decisionale su ogni cosa ma, sarà proprio questo suo voler dettar legge a tutti i costi, a distruggere la sua famiglia. Anche in Maltese, si intravede chiaramente il concetto che per una donna, lo studio ed il lavoro siano un male, in perfetta sincronia con il periodo storico narrato. Di padre in figlia si conclude con un lieto fine e sembra che la stessa buona sorte sia riservata a Maltese, dove giustizia ed onestà dovrebbero trionfare ma ancora, mancano due puntate probabilmente caratterizzate dalla stessa violenza e arretratezza mostrate fino ad ora. In sintesi, due prodotti intrisi di grettitudine e profondamente trogloditi che certo, non avevamo bisogno di rivivere neanche pensando al fatto che possano avere un lieto fine. Dal punto di vista di chi non vede, entrambe le fiction sono perfettamente comprensibili grazie a suoni e dialoghi ma, soprattutto in Maltese, a causa dei tanti silenzi intervallati quasi sempre da musiche inquietanti, le spiegazioni migliorano facilitando ulteriormente la comprensione.

lunedì 8 maggio 2017

Black mirror

Black mirror è una serie tivù netflix giunta alla sua terza stagione, che immagina forse con non troppa fantasia, fin dove potrebbe spingersi e portarci, l'uso eccessivo, smodato e senza freni di troppa tecnologia, con accessori e aggeggi sempre più sofisticati e raffinati ma soprattutto, con i social, visti sempre più come una vetrina dove apparire e sperimentare nuovi lati oscuri che porteranno gli altri a fare cose impensate e impensabili, pur di non sfigurare agli occhi degli altri. Così, tra politici costretti ad adempiere a richieste strane postate sui social e dunque visibili al mondo in pochissimo tempo, pena l'uccisione di un ostaggio e micro cip impiantati nella pelle che consentonodi rivedere, rivivere e ricordare la nostra vita parola per parola, andando avanti e indietro, cancellando questo o quel frammento che però verrà inevitabilmente eliminato anche dalla memoria reale lasciando uno o più vuoti, cantanti che credono di partecipare a talent che nascondono richieste di tutt'altro genere a cui è difficile sottrarsi etc. La serie offre un crescendo di emozioni e tensioni che lasciano fino alla fine di ogni episodio con il fiato sospeso, lasciando alla fine di ogni puntata il classico interrogativo e se accadesse? con quel misto di orrore, inquietudine e incredulità che ci fa pensare e sorridere nel comprendere fino a che punto si e spinta la fantasia degli autori, portandoci a riflettere sul fatto che magari, potremmo esserci davvero vicini e per questo scatta quel minimo di inquietudine appunto. Dal punto di vista di chi non vede, pur non mancando i silenzi di troppo soprattutto nella fase iniziale di certi episodi che indurrebbero a staccare, scegliendo di andare avanti invece, tutto diventa perfettamente e totalmente comprensibile grazie a suoni e dialoghi. una serie bella e molto ben fatta, con molta attenzione e accuratezza nei contenuti.

venerdì 28 aprile 2017

Classe z

Il Professor Andreoli, rischia la sospensione dall'insegnamento per aver abbandonato la classe senza fornire spiegazioni, in pieno svolgimento dell'anno scolastico. La quinta h del liceo Cartesio però, prima che la commissione disciplinare pronunci il suo verdetto, ci tiene a far sapere, spiegare e chiarire come sono andate realmente le cose. Un film bello e per certi versi molto attuale, in cui gli eventi si rincorrono, creando in molti casi quel rovescio della medaglia che rende tutto dinamico, emozionante e coinvolgente senza mai uscire dalla commedia. Un film che mette in risalto molti aspetti della scuola che si cerca di celare, ma che molto spesso invece, vengono a galla e diventa difficile correre ai ripari anche se, i film per fortuna, riescono quasi sempre a concludersi con un lieto fine lasciando aperte le porte della speranza e del cambiamento. Un film bello e divertente da vedere, che però riuscirà anche a far riflettere e lasciare un pizzico di retrogusto amaro o, quantomeno dolciastro. Dal punto di vista di chi non vede, il film non presenta particolari criticità grazie ai suoni e ai dialoghi, che rendono perfettamente comprensibile e piacevole il tutto.

domenica 23 aprile 2017

I puffi, viaggio nella foresta.

Se nei primi due film a loro dedicati i puffi incontravano una famiglia di umani e nel secondo cercavano di risolvere anche le loro incomprensioni familiari, in questo terzo capitolo la protagonista e Puffetta che, tenta di saperne di più sulle sue origini, cosa che la spingerà a trovare un secondo villaggio di puffi o meglio, di puffe! Termini come Puf selfie, lo strizza puffo che cura la fifa blu fino ad arrivare a blu degli eifel 65 come colonna sonora, rendono molto divertente e godibile il film ma non da subito perchè, dal punto di vista di chi non vede, i troppi momenti privi di dialogo farebbero venir voglia più volte di staccare e se si seguisse quest'istinto però, sarebbe un vero peccato. Voci che costituiscono una bella garanzia nei doppiaggi, come quella di Cristina Davena che presta la voce a Mirtilla, la capa delle puffe e Massimo Lopez che invece si presta nel doppiaggio del grande Puffo, impreziosiscono ulteriormente questo film. Chi per anni ha giocato a prendere in giro Puffetta perchè era la sola puffa donna tra tanti puffi uomini, adesso potrà sicuramente dormire sonni tranquilli!

martedì 18 aprile 2017

13

Anna Baker è una liceale che decide di togliersi la vita ma, prima di farlo, registra 13 audio cassette, nelle quali spiega le 13 ragioni che l'hanno portata a quest'incresciosa scelta. 13 è una serie tv che senza troppi fronzoli, in modo crudo è diretto, probabilmente senza pretendere di farlo, riesce a scuotere le coscenze di chi la guarda, facendo riflettere e spingendo a chiedersi fin dove può arrivare il bullismo o meglio, la pressione fisica e psicologica nei confronti di un individuo da parte di un gruppo o di una sola persona? Una serie che non può lasciare indifferenti ma che al contempo, lascia amareggiati non chiudendo tuttavia qualche varco alla speranza che le cose possano cambiare o almeno, migliorare affinchè certi eventi non si ripetano. Inutile dire che film e fiction sovente si basano sulla realtà, ed è proprio alla realtà più dura e crudele che questa serie mira, svelando i dettaglii più scabrosi e dolorosi di una giovane esistenza portata a limite da chi non ha avuto scrupoli ma che probabilmente, non pensava neanche di arrivare a tanto facendo così male, cosa che spesso insorge in chi perpetra bullismo o atti di cattiveria in genere, la mancata consapevolezza di quanto questo possa fare male, fino a che punto possa spingersi l'equilibrio di una vittima messa a dura prova. Naturalmente però, a volte invece ci si rende perfettamente conto di tutto questo,ma si va tranquillamente avanti, per il sadico piacere di farlo. difficile spesso capire e stabilire chi continui a far male per mancata consapevolezza e chi per mero piacere. 13 pone anche l'attenzione sul mancato dialogo che spesso c'è tra genitori e figlii, la distanza, l'incomunicabilità dietro cui ci si cela, creando muri invalicabili e difficili da espugnare. Dal punto di vista di chi non vede, nonostante qualche silenzio e flashback di troppo, la serie e fin troppo comprensibile, anche nei momenti più cruenti grazie a suoni e dialoghi, che rendono il tutto quasi realistico. Solo netflix probabilmente, poteva osare nello spingersi così tanto e in maniera profondamente dettagliata nel mostrare la crudezza di certe scene, dubito che una serie così d'impatto possa andare in onda in chiaro, sulle cosìddette tivù generaliste, soprattutto in un paese come l'Italia. Vista la portata dell'argomento però e le riflessioni che potrebbe generare soprattutto in chi ha figli adolescenti o in chi si occupa di adolescenza, sarei felice di essere smentita.

sabato 1 aprile 2017

Furore

Dopo avercene rifilato numerose copie in tutte le salse e spesso anche qualche brutta copia, finalmente ieri sera su rai2, si è dato il via all'originale sia come format che con lo stesso conduttore apparso sempre giovane e ringalluzzito almeno vocalmente, si direbbe che il programma ha fatto furore sotto ogni aspetto; già parliamo proprio del mitico game show musicale che ha tenuto banco negli anni90, aprendo i battenti proprio nel 97 e che dunque quest'anno compie 20 anni, a questo proposito per celebrarlo al meglio il titolo è diventato furore 20 ears. Al timone, come sempre un perfetto arbitro e padrone di casa che risponde al nome di Alessandro Greco e come già accennato, fin dai primi istanti si è avuta la sensazione che questi 20 anni non fossero mai passati e che furore sia stato sempre in video, seppur riapparso con qualche novità. Naturalmente come ogni arbitro che si rispetti, Greco era dotato di due ottimi guarda linee, Gigi e Ross apparsi carichi e spontanei fin da subito, i tre erano insieme molto ben amalgamati e comici nelle interazioni che tiravano fuori con i vari componenti delle due squadre, che contrapponevano donne contro uomini. Si è detto più volte che quest'operazione non sarebbe stata tirata fuori per richiamare l'effetto nostalgia ormai onnipresente in diversi remake o programmi che si prova a far tornare in auge ma, inevitabile e impensabile che la nostalgia non tornasse da subito, quel piacevole senso di una tivù gioiosa, colorata eben fatta che manca a chi l'ha vissuta ma che ieri, almeno per qualche ora è riapparsa in grande spolvero fin dai primi istanti, con la mitica sigla che ci ha riportati piacevolmente indietro, facendoci rituffare con entusiasmo nei ricordi e nella tivù di un tempo per proseguire con i giochi cult, come le canzoni interrotte e il caraoke colorato che per chi ricorda furore, non hanno bisogno di presentazione ma che sono comunque ottimamente comprensibili già nei titoli. Gli ospiti della serata sono stati Alexia e Sendi Marton e anche in questo caso, impossibile non essere piacevolmente nostalgici. Trattandosi di un game show musicale, va da se che dal punto di vista di chi non vede tutto è perfettamente comprensibile, scorrevole e piacevole. L'auspicio è che il programma piaccia a chi non l'ha conosciuto per motivi generazionali e sia riamato e ben'accolto da chi lo guardava, in modo che gli ascolti vadano bene e che dunque, l'esperimento fatto in queste 4 puntate primaverili fascia che di solito consente a chi fa tivù di sperimentare e sperimentarsi al meglio, facciano sì che il programma abbia lunga vita televisiva.

venerdì 31 marzo 2017

La bella e la bestia 2017

Walt disney decide di rimettere mano ad uno dei suoi più grandi classici e lo fa al meglio, impreziosendolo con piccole modifiche che abbelliscono ancora di più questa straordinaria storia. Questa volta non più a cartoni ma, ottimi attori prestano il volto a tutti quei personaggi che abbiamo imparato ad amare e con i quali siamo cresciuti negli anni 90. Un film bello e piacevole da rivedere, per trascinarvi in un meraviglioso, magico e sensazionale tuffo nel passato dalle atmosfere disneyane. Se come si vocifera Walt disney vuole creare dei film di tutti i suoi più grandi classici e questo dunque e solo l'inizio, possiamo solo prepararci a pregustare immensi momenti di gioia, intrisi di nostalgica felicità.

lunedì 27 marzo 2017

Sorelle

Elena e Chiara Silani sono sorelle. Tutto procede bene finchè Chiara non decide di presentare Roberto, il suo ragazzo ad Elena che se ne innamora a sua volta, costringendo Chiara ferita e turbata dagli eventi, a trasferirsi a Roma abbandonando la sua vita e la sua famiglia a Matera, città in cui hanno sempre vissuto; mentre Elena, sposerà Roberto dal quale nasceranno i due gemelli Marco e Stella, ma anche Giulio che a 9 anni e soffre di una dislessia che la madre ha sempre cercato di minimizzare quasi fino ad ignorarla. Quando Elena scompare senza lasciare traccia, Chiara sarà costretta a fare i conti col passato tornando a Matera e quando, il corpo di Elena viene ritrovato senza vita nel fiume, Chiara deciderà di restare accanto ai suoi nipoti e alla madre ma, inevitabilmente anche a Roberto. La fiction in onda per sei puntate tutti i giovedì su rai uno, presenta diverse similitudini con la porta rossa ma, mentre nella prima i protagonisti devono fare i conti con un fantasma, quì si sente solo la sua presenza che aleggia incombendo su tutto e tutti. Intrisa di mistero e colpi di scena, che però faticano a far delineare lo svolgersi degli eventi privando lo spettatore della possibilità di poter ipotizzare questo o quel finale, questa o quella linea narrativa più congeniale alla storia. Un mix di eventi che si susseguono tra loro caricando e avvolgendo tutto in una tensione palpabile, che non può non indurre voglia di guardare ingenerando curiosità, per comprenderne l'epilogo che di sicuro, fa già presagire molti eventi e cambiamenti difficili da immaginare. il paragone con il twen peax italiano è azzeccato, proprio per la piega mistery tinto di giallo di cui la serie è impregnata. Ottimo il cast attoriale, da Anna Valle a Loretta goggi, passando per l'intensità e la bravura dei protagonisti più giovani che interpretano i tre figli di Elena e nipoti di chiara.

sabato 11 marzo 2017

Mamma o papà

Nicola e Valeria stanno per separarsi; dopo un iniziale comune accordo su qualunque cosa, amorevole rispetto per qualunque ragione, Valeria Scopre che Nicola l'ha subito rimpiazzata e da quel momento, daranno inizio ad una battaglia sleale e faranno di tutto per impedire ai figli di scegliere uno di loro con cui poter restare, provando in tutti i modi a far propendere per ognuno dei due, purchè l'altro/a rimanga escluso/a. Spesso la tanta, troppa, ottima pubblicità positiva che accompagna un film prima della sua uscita al cinema rischia, di deludere le alte aspettative che si creano, soprattutto se il cast attoriale è composto da garanzie di comicità quali Paola Cortellesi e Antonio Albanese ecco, probabilmente certi attori sono fatti per risplendere di luce propria, raggiungendo l'acme della propria bravura solo recitando in solitaria, pena il rischio di mettersi in ombra recitando insieme. Il film risulta surreale al punto da apparire grottesco più che divertente, una caricatura estrema e poco plausibile di tutto ciò che si farebbe e si fa nella realtà per mettere in mezzo i figli in caso di separazione. Un film che avrebbe voluto essere divertente ma che solo in poche occasioni finisce per strappare qualche sorriso. Dal punto di vista di chi non vede, non presenta particolari criticità ma è probabile che vedendo comparire l'espressioni sui volti dei personaggi, possa rendere il tutto più divertente, almeno si spera.

mercoledì 8 marzo 2017

Beata ignoranza

Filippo insegna matematica, Ernesto insegna lettere. Filippo ama la tecnologia che pervade il mondo di oggi, è sempre iper connesso, anche per spiegare le lezioni ai suoi studenti. Ernesto invece, preferisce continuare a non conoscere e ignorare i cambiamenti a cui il mondo ci espone, rifiutandosi per tanto di avere un computer o uno smartphone, per potersi sempre connettere col mondo. Quando a distanza di 25 anni i due si ritrovano faccia a faccia per insegnare nello stesso liceo tutto potrebbe cambiare e forse, ci si potrebbe rendere conto come i motivi della loro acredine possano nascondere ragioni più profonde. Anche grazie all'ottimo cast attoriale di cui si avvale, Il film risulta piacevole, dinamico e divertente nel suo svolgersi, anche se non mancano intensi momenti di riflessione. Dal punto di vista di chi non vede però, qualche silenzio di troppo e i continui flashback che sembrano essere la prassi di fiction e cinema moderni, rendono la comprensione un po' complessa in certi momenti ma tutto sommato, godibile e apprezzabile. Al pari di perfetti sconosciuti, sembra che ad attori, registi e sceneggiatori di oggi, piaccia vincere facile. Si sa che troppa tecnologia fa male, alla stregua di un barattolo di nutella ingerito di fretta e allora? si sceglie di cavalcare l'onda, con film di sicuro impatto o successo sull'argomento, anche se poi naturalmente, si continua a fare uso smodato di ogni sorta di tecnologia. Un predicare bene e razzolare male, che testimonia come il mondo di oggi non possa fare a meno di questa dipendenza ormai sempre più diffusa. Niente di male nel fare successo con argomenti che dividono l'opinione tra chi è troppo connesso e chi finge di esserlo meno, tra chi parla di danni gravissimi al pari delle radiazioni nucleari e chi, sminuisce il tutto guardando solo ai lati positivi però, alla lunga tutto questo potrebbe stancare e dunque, si dovrà correre ai ripari, cercando e trovando un altro limone da spremere per poter parlare al mondo sicuri di catturare l'interesse di un pubblico ormai sempre più esigente, senza uscire dai canoni di un sicuro e tanto agognato successo.

venerdì 3 marzo 2017

La porta rossa

Leonardo Cagliostro è un poliziotto che non ama le regole e non le rispetta, per tanto decide di intraprendere in solitaria un'operazione di polizia che tutti gli hanno sconsigliato. pagherà a caro prezzo questa sua insubordinazione, perdendo la vita ma, poco prima di varcare la porta rossa che lo porterà nel fatidico al di là, Leonardo vede Anna, sua moglie, in pericolo. Questo lo porterà a scegliere di rimanere sulla soglia della porta rossa, incastrato in quel limbo che divide il regno dei vivi da quello dei defunti. Nessuno potrà vederlo ne sentirlo, ad eccezione di Gessica, una sedicenne a cui tutto questo, sconvolgerà la vita non poco, mettendo in discussione ogni suo equilibrio ma, dopo un primo momento di smarrimento e rifiuto, Gessica deciderà non solo di aiutare Leonardo, ma anche di farsi aiutare a sua volta nel comprendere luci e ombre che da tempo avvolgono il suo passato. Dalla penna di Carlo Lucarelli, mercoledì 22 febraio, debutta in prime-time su rai2 la porta rossa, nuovo triller poliziesco avvolto fin dai primi istanti nel mistero, intriso di paranormale che fin da subito attrae il pubblico, catturando notevole attenzione e imponendosi in maniera molto agguerrita nel palinsesto televisivo, incassando fin da subito un buon numero di ascolti. Un prodotto denso di avvenimenti, carico di patos, intriso di mistiche atmosfere che, cozza non poco con la difficoltà che chi non vede ha nel comprendere lunghissimi silenzi, continui flashback che faticano a collimare con l'azione che torna al presente. Se dal punto di vista di chi vede tutto può risultare bello, ricco e meraviglioso, scorrevole e piacevole, dal punto di vista di chi non vede si fatica un po' a comprendere il tutto, facendo risultare la cosa un po' meno godibile. Se ci si avvale di spiegazioni però, tutto inizia ad assumere una piega un po' differente e sicuramente più piacevole e misteriosa. La rai che ormai da tempo ha abituato i non vedenti alle audio descrizioni,ormai sempre più presenti quasi esclusivamente su film e fiction di rai1 e molto meno negli altri canali, quì avrebbe davvero fatto cosa gradita, se avesse scelto di introdurre la voce fuori campo che in molti prodotti rai accompagna gli spettatori non vedenti in descrizioni di scene, ambientazioni, situazioni, personaggi e tutti quei momenti di cosìddetta pausa, in cui tutto è avvolto dal silenzio. Insomma, non guastava , spesso invece le audio descrizioni vengono inserite in film e fiction che anche senza, sarebbero perfettamente comprensibili.

lunedì 30 gennaio 2017

L'ora legale

Il nuovo film di Ficarra e Picone, nei cinema in questi giorni, è un film difficile da riassumere senza spoilerare il finale. Per tanto, inizio col dire che è un film molto comprensibile dal punto di vista di chi non vede, che a parere di chi scrive, risulta molto bella è apprezzabile l'idea di un film corale con molti attori, in più tutti siciliani. che Leo Gullotta per un attimo sembra tornare e ricordare i gloriosi fasti del bagaglino ma, non può non lasciare allo spettatore un retrogusto amaro, che fa quasi arrabbiare se si pensa che come spesso accade, con ironia si mette in scena la realtà dei fatti ed è una realtà che fa male, della quale spesso ci si stanca. Nonostante questo, i momenti per i quali sorridere e che sanno far ridere non mancano, ragion per cui è consigliato!

mercoledì 18 gennaio 2017

Mister felicità

Martino è un giovane apatico, che si trasferisce in Svizzera dalla sorella Caterina per farsi assistere, in quanto egli, non ha alcuna intenzione di cercarsi un lavoro perchè, se poi lo licenziano? allo stesso modo, non cerca una ragazza perchè, se poi lo lascia e ci sta male? Tutto potrebbe cambiare quando, A causa di un incidente occorso a Caterina che necessita di una cifra esosa per curarsi, nel tentativo di recimolarla, Martino conosce mister Gioia, il mental coatch datore di lavoro di Caterina che decide di assumerlo. Premesso che Siani ancora una volta si dimostra irriverente e al contempo riflessivo, nel cast si avvale anche di Diego Abatantuono e Carla signoris, in un film che con ironia e spensieratezza, ci porterà a riflettere su come spesso, per ritrovare la gioia, abbiamo bisogno di tirare fuori tutta la tristezza che è in noi e se in questo troviamo qualcuno che ci comprende, ascolta e supporta, il percorso di guarigione potrà avvenire in tempi sorprendentemente brevi e si rivelerà molto efficace. Dal punto di vista di chi non vede, oltre ad apparire totalmente comprensibile, il film con gag e battute a ritmo serrato si rivela anche molto divertente e dunque, da vedere!

martedì 17 gennaio 2017

Il bello delle donne (alcuni anni dopo.)

La serie si riapre con Luca, interpretato da Massimo Bellinzoni che a causa della crisi ha perso il bello delle donne, negozio di parrucchiere di cui era a capo e ricorda i fasti di un tempo. Se un plauso va a mediaset per aver iniziato con una Virna Lisi che appare per un attimo nei ricordi di Luca nei panni della contessa Miranda Spadoni, -proprio a Virna Lisi che è stata una delle prestigiosissime interpreti è dedicato questo ritorno.-D'altro canto, trattandosi di un negozio di parrucchiere molto in vista e frequentato da un certo tipo di clientela, sembra molto poco verosimile il fatto che Luca abbia dovuto rinunciarvi a causa della crisi. Sarebbe stato bello rivedere Nanky Brilli nei panni di Viky, Stefania Sandrelli in quelli di Anna, Lunetta Savino in quelli di Agnese ma oltre a Luca, a fare ritorno all'ovile è solo Giuliana De sio nei panni della cattivissima Annalisa Bottelli. Seppur con nuovi interpreti tra le quali spiccano i volti di Claudia Cardinale e Manuela Arcuri, la trama mantiene la drammaticità ShakeSpeariana che l'ha contraddistinta, la malcelata cattiveria di personaggi che ordiscono trame per far male ai più ingenui, facendoci riassaporare situazioni alle quali eravamo abituati. Ormai da anni, la fiction mediaset subisce un calo emorragico di ascolti sempre più frequenti, ma se fino ad ora gli ascolti andavano scemando di puntata in puntata per ogni fiction, in questo caso purtroppo, sono andati male già al suo esordio. Peccato perchè aldilà della discutibile recitazione di molti, la trama non manca ed è interessante seguirne gli sviluppi. Se alle soglie del terzo millennio però, quando non c'erano i social è tutto era un po' più ovattato e censurato il bello delle donne fu sovversivo nel linguaggio e nei modi, dubito fortemente che in un tempo in cui la società è abituata a tutto e a vedere di tutto, possa ancora risultare innovativo. Dal punto di vista di chi non vede, tutto è facilmente comprensibile e non presenta criticità alcuna.

lunedì 16 gennaio 2017

Che Dio ci aiuti

Giunto alla sua quarta edizione che ha preso il via in prima serata su rai1 domenica 8 gennaio, Che Dio ci aiuti narra le vicende di Suor Angela, suora fuori dagli schemi sapientemente interpretata da Elena Sofia Ricci, che vive nel convento degli angeli, dove ospita sempre persone in cerca di aiuto, supporto e sostegno, tra le quali spicca il personaggio di Azzurra Leonardi, attorno alla quale ruotano spesso le storie principali, interpretata anchessa magistralmente da Francesca Chillemi. Il convento e le sue storie, nella prima stagione si trovavano a Modena e, come il fratello maggiore Don Matteo, anche suor Angela si occupava di omicidi da risolvere. Dalla seconda serie, tutto cambia location trasferendosi nelle Marche e più esattamente in quel di Fabriano, e anche la narrazione subisce un notevole restiling degno di nota. Archiviati gli omicidi infatti, dalle sugar baby al bullismo, passando per le adozioni e al rapporto spesso morboso con smartphone e social che caratterizza la socetà odierna, come per le scorse serie, non esiste tema sociale che non venga toccato dalle storie presenti in questa fiction e dai loro protagonisti. Degna di nota anche la presenza di Valeria Fabrizi nei panni di suor Costanza, la madre superiore, che con la sua comicità e le battute caustiche, rende tutto più comico e divertente. Dal punto di vista di chi non vede, il prodotto non presenta particolari criticità grazie a suoni e dialoghi. Come accade in Don Matteo, un plauso va alla scelta che in una sorta di anteprima della durata di qualche minuto che precede ogni puntata, i protagonisti spiegano in una sorta di gita o visita guidata, le bellezze locali e culturali in cui la fiction si svolge.

venerdì 13 gennaio 2017

I bastardi di PizzoFalcone (la fiction)

Il 9 gennaio, ha debuttato nel prime time di rai1, i Bastardi di PizzoFalcone, fiction tratta dai romanzi di grande successo di Maurizio De Giovanni, che vede come protagonista principale l'ispettore Giuseppe Lojacono, interpretato in maniera ottimale da Alessandro Gasman. Lojacono, poliziotto scomodo accusato di collusione mafiosa, è costretto ad abandonare Agrigento per trasferirsi a Napoli, esattamente nel commissariato di PizzoFalcone, dove troverà altri poliziotti che come lui non hanno esattamente rigato dritto, almeno stando a ciò che si dice. Dopo aver esplicato a grandi linee la trama per dovere di cronaca, mi sembra altrettanto doveroso soffermarmi dedicando più ampio spazio al fulcro di questo blog, al motivo per cui è nato ovvero, il punto di vista di chi non vede che per parlare di quest'ottimo prodotto, richiede un po' più d'attenzione. La fiction è un veloce susseguirsi di scene e personaggi a ritmo serrato e questo, se si sono letti i libri non crea alcun problema ma se si parte direttamente dalla trasposizione tv, dal punto di vista di chi non vede la cosa risulta di difficile comprensione. Per fare un esempio, in una scena si vede qualcuno uscire da una casa, immediatamente nei secondi successivi si odono degli spari. tutto farebbe pensare che mentre la persona usciva dall'abitazione qualcuno ha posto fine alla sua vita è invece, si trattava della scena dopo dove qualcuno tirava al bersaglio. Diciamo che dialoghi, suoni e spiegazioni tuttavia rendono la comprensione abbastanza fluida però, avendo anche iniziato a leggere i libri, vi assicuro che la cosa aiuta non poco, anche nella descrizione di personaggi e ambientazioni, e tutto diviene di maggiore e più facile comprensione. La fiction è comunque davvero un prodotto degno di nota e ben realizzato, curato nei dettagli, dai dialoghi non lasciati a caso alla colonna sonora. Anche in questo caso come ormai sovente accade nelle sceneggiature tratte da romanzi, l'autore, Maurizio DeGiovanni, è presente nella sceneggiatura di questa fictione questo, non può che contribuire nell'impreziosire e migliorare il tutto.

martedì 10 gennaio 2017

Il collegio

Lo scorso 2 gennaio, è approdato su rai2 un nuovo docu reality in cui, 18 adolescenti del nostro tempo, verranno catapultati in un collegio degli anni 60. Privati di tutti i confort e le tecnologie a cui la società odierna ci espone, i ragazzi, dovranno anche fare conto con le severe regole e punizioni del collegio, impartite loro da docenti e sorveglianti. Tutto all'interno del collegio ricorda e riporta austere atmosfere per molti da incubo, per altri difficili da credere. Sarebbe impensabile,anacronistico e desueto riproporre tali metodologie al giorno d'oggi? Probabile ma, questo programma ci dimostra che se tutti grandi e piccini provassimo davvero a liberarci un pò da tutti i confort a cui siamo abituati forse, lasceremmo posto a maggior rispetto ed educazione, che al momento si sono un pò persi. Non tutti reggono e naturalmente, essendo una scelta volontaria, c'è chi decide di ritirarsi e tornare alla vita di tutti i giorni, anche i più impensabili come Davide, definito da tutti secchione perchè aveva i voti più alti. Scopo del collegio infatti e quello di far prendere ai ragazzi il diploma di terza media del 1960, con le metodologie e la preparazione che vigeva nella scuola a quell'epoca. Un plauso va a Giancarlo Magalli, voce narrante fuori campo, per l'ottima narrazione e capacità di far immergere lo spettatore nelle atmosfere che sta raccontando. Dal punto di vista di chi non vede, il programma non presenta particolari criticità proprio perchè narrato, ma anche grazie a suoni e dialoghi.