venerdì 25 novembre 2016

Mai più bullismo

Mercoledì scorso, in data 23 novembre 2016 per essere più precisi, la seconda serata di rai2, con la conduzione dell'ex iena PaBlo Trincia, si occupa di storie di ragazzi vittime di bullismo, provando a comprendere i retroscena e le ragioni di tale atteggiamento da parte dei bulli, senza però condannare, segnalare o denunciare. La persona che sceglie di raccontare la propria storia, sarà monitorata da una telecamera per due settimane, che filmerà tutto ciò che accade attorno a lei/lui. La telecamera, naturalmente nascosta, si trova in uno zaino reso speciale per l'occasione, si potrebbe dire che si tratta di un particolare zaino dotato di telecamere. Alla fine di queste due settimane, il video verrà mostrato ai parenti della persona in questione e verrà chiesto alla scuola se sia possibile un incontro con il supporto della redazione, assieme ai genitori dei bulli e ai loro figli, ma anche la persona bullizzata e genitori al seguito. Nella puntata di mercoledì Trincia si è scontrato con la reticenza della preside dell'istituto, che inizialmente ha accampato una scusa e poi, ha detto direttamente un secco no. Non demordendo, è stato lo stesso conduttore a chiamare e invitare le parti in causa ma come era prevedibile, all'incontro su 18 compagni di classe, hanno preso parte solo due con relativi genitori. Il programma, appare come una sorta di documentario divulgativo sul problema, ma purtroppo, basta leggere i giornali, guardare la tv, imbattersi su internet per comprendere che più che fare informazione su questo tema, ci sarebbe bisogno di un deterrente vero e proprio. Certo non spetta alla tv porre fine ai problemi però, questo programma a parere di chi scrive, non toglie ne aggiunge nulla a situazioni tristemente note e il titolo del programma per tanto, mai più bullismo, appare al quanto pretenzioso perchè non è mettendo in seconda serata un programma che vorrebbe cercare soluzioni, che qualcuno potrà trarne benefici, o solo comprendere che se provassimo a chiederci come staremmo noi al posto di chi subisce, forse, non metteremmo in pratica determinati atteggiamenti. Dal punto di vista di chi non vede, grazie ai dialoghi e alla narrazione, tutto è perfettamente comprensibile.

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