mercoledì 30 dicembre 2015

Tutto può succedere

Trattandosi di una serie tivù composta da 13 episodi ed essendo giunti solo al secondo, ero indecisa se scrivere questo post alla fine dei 13 episodi oppure già da adesso. dal momento che però la serie promette bene fin dal suo esordio avvenuto domenica 27 dicembre con il primo episodio, eccomi decisa a dire ciò che penso dopo aver visto anche il secondo andato in onda ieri sera. Tutto può succedere è il remake di una serie americana, parenthood, giunta alla sua decima stagione, nonostante in Italia sia stata un flop e in america ha avuto una tiepida accoglienza da parte del pubblico. Solitamente si pensa e sono la prima nel sostenere che film e serie americane siano migliori del nostro cinema e delle nostre serialità italiane ma in questo caso, fin da subito, devo dire che questa è una piacevole eccezione. Tutto può succedere narra le vicende della famiglia ferraro, una numerosa famiglia italiana composta da due genitori, 4 figli, due femmine Sara e giulia e 2 maschi Carlo e Alessandro. La serie si concentra anche e soprattutto sulle vicende dei protagonisti più giovani, i 6 nipoti. Ambra e Denis, i figli adolescenti di Sara, che torna a vivere dai genitori dopo il divorzio, che la costringe a trasferirsi da Genova a roma. Max e Federica i figli di Alessandro, Max soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo, mentre Federica fa i conti con i problemi che caratterizzano la difficile età adolescenziale. La piccola Matilde, figlia di Giulia e Luca, innamorata del papà in quanto trascorre con lui molto più tempo perchè la madre avvocato di successo è molto meno presente. In fine c'è Robel, 5 anni figlio inatteso di Carlo, nato da una relazione con una violinista ma che egli non sapeva di avere. Robel entrerà a far parte della sua vita proprio quando Valentina, la sua attuale ragazza gli esprime il desiderio di volere un bambino. in questa serie, Ritroviamo alcuni attori cari al pubblico nostrano come Pietro sermonti che ha interpretato alcune serie di un medico in famiglia e Giorgio Colangeli che interpreta il capo-famiglia Ettore già visto in distretto di polizia e braccialetti rossi. Il ritmo della serie è scorrevole, piacevole, semplice, leggero e veloce, ma riesce sapientementea miscelare quel mix di dramma e commedia a cui le serie tivù italiane ci hanno abituati ormai da anni, soprattutto nelle reti rai. Da queste prime puntate, nonostante la storia debba ancora essere snocciolata nella sua interezza, l'incipit narrativo promette molto bene e come ho già scritto sembra di gran lunga migliore e più coeso del suo alterego americano. Con la speranza e in attesa di veder svolgere la narrazione sempre in maniera così piacevole e con la suspance che la contraddistingue fino ad ora, mi sento di promuoverla a pieni voti.

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