lunedì 23 aprile 2018
la casa di carta
8 ladri, che per non svelarsi tra loro hanno scelto nomi di città.
Tokio, Berlino, Mosca, Denver etc.
Guidati da una sola mente esterna il professore, che per anni ha ideato un piano perfetto.
Rapinare la zecca di stato spagnola prendendo degli ostaggi, senza mai ferire ne uccidere, ne tantomeno rubare niente a nessuno.
Unico obiettivo, stampare anche grazie all'aiuto degli ostaggi, 1000 milioni di euro, per poter diventare ricchi e vivere serenamente.
La casa di carta si conferma come la serie non inglese più vista su netflix, in un continuo crescendo di alta tensione che vi terrà incollati allo schermo, un autentico tira e molla tra richieste, negoziazioni, uniti solo dalla voglia di vincere che pervade polizia e ladri.
Lo spettatore si ritroverà a chiedersi chi avrà la meglio, parteggiando per chi non avrebbe mai creduto.
Il fatto che la maggiorparte delle due stagioni che compongono la serie si svolga quasi sempre in un unico luogo, la rende unpo' claustrofobica, ma tutto passa in secondo piano rispetto all'adrenalina che gli accadimenti, spesso anche sentimentali, creano in chi ne fruisce.
Dal punto di vista di chi non vede, tutto è reso molto comprensibile da suoni e dialoghi, anche se di tanto in tanto, qualche spiegazione non guasta.
Non mancano i momenti colmi di scene d'azione, conditi con folli e lunghe sparatorie tra ladri e poliziotti.
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domenica 11 marzo 2018
A casa tutti bene
Pietro e Alba compiono 50 anni di matrimonio e per l'occasione, riuniscono tutta la famiglia, compresi gli ex e nuovi amori dei loro figli.
A causa del maltempo però, i collegamenti con l'isola in cui si trovano per i festeggiamenti vengono interrotti, costringendo tutti a rimanere qualche giorno in più.
Se avessi ricordato di aver visto altri film di Muccino, non mi sarei avventurata al cinema, per rivedere un film copia conforme ai precedenti, fatta eccezione per i film americani che Muccino ci ha regalato.
in questo film, con un ottimo cast attoriale, direi le eccellenze del nostro cinema, è andato in onda il classico polpettone mucciniano, urlato, ansiogeno, condito di tristezza e farcito di migliaia di personaggi, malinconico e a tratti sotto tono in stile depresso, il film si caratterizza per essere un caos di storie, situazioni e persone, difficile da digerire. il tipico polpettone mucciniano che resta sullo stomaco, pronto a proporre la realtà e la quotidianità delle famiglie di oggi.
Dal punto di vista di chi non vede, i personaggi sono così tanti e le trame così intricate, che senza spiegazioni si faticherebbe a capire.
Apprezzabili i momenti corali in cui tutti i protagonisti, cantando davanti a un piano forte, sembravano scordare ogni cosa vivendo brevi momenti di spensierata allegria.
sabato 17 febbraio 2018
Fabrizio Deandrè, principe libero
martedì 13 e mercoledì 14 febraio, rai1 ha proposto al pubblico il biopic su Fabrizio Deandfrè, diviso in due puntate.
Questo film, che in tv diventa fiction anche per il fatto di essere stata spezzata in due parti, nasce però come prodotto cinematografico, andato infatti in onda a fine gennaio nelle sale cinematografiche in Italia.
ci presenta Deandrè in tutti i suoi aspetti di essere umano, dai punti di fragilità ai punti di forza, senza santificarlo come spesso avviene in tutte le fiction o film dedicati a chi non c'è più.
in modo diretto e senza fronzoli, il prodotto ne traccia la vita e le opere in maniera molto bella, intima e delicata ma, il fatto che la trasposizione non nasca esattamente come prodotto tivù, si avverte sin da subito, a partire dal ritmo e dai dialoghi.
Se dal punto di vista di chi non vede tutto è perfettamente comprensibile anche grazie ai suoni, i dialoghi risultano molto veloci e spesso sussurrati, come si conviene ad un audio cinematografico, poco ridondante e più lento, anche in questo caso e per questi motivi, tutto avrebbe reso molto meglio e maggiormente comprensibile,, più facile da essere seguito in una sala cinematografica, nonostante questo, la fiction nata come film è stata molto seguita e apprezzata dal pubblico.
La scena finale, ritrae Deandrè che canta bocca di rosa, suonandola con il figlio Cristiano, se alcuni momenti musicali come il pescatore con la pfm sono stati fatti ascoltare per intero o comunque per diversi minuti, proprio la scena finale hanno pensato di troncarla per cedere la linea ai programmi successivi e anche questo a mio avviso, non è stato il modo migliore per dare una degna conclusione a questo bel prodotto.
mercoledì 24 gennaio 2018
romanzo famigliare
da lunedì 8 gennaio, a debuttato su rai1, la fiction in sei puntate romanzo famigliare; con protagonisti Giancarlo Giannini, Vittoria Puccini e Guido caprino.
emma Vittoria Puccini, rimane incinta a 16 anni, e decide di andare via da Livorno, per crescere la figlia Nicol lontana dal severissimo e intransigente padre, il cavalier Gianpietro Liegi, un ricchissimo imprenditore industriale, interpretato da Giancarlo giannini il quale, non ha mai accettato la gravidanza e la conseguente scelta di emma.
Sono passati 16 anni ma, Emma è ignara che in tutto questo tempo il marito, l'ufficiale di marina Agostino Pagnotta, cui presta il volto Guido Caprino, ha sempre mantenuto i rapporti con Gianpietro che adesso, malato di una forma neuro degenerativa di parkinson, offre un'opportunità lavorativa ad Agostino, per riavvicinarsi ad Emma e alla sua famiglia per tanto, i protagonisti si ritroveranno a riaffrontarsi mettendosi in gioco, in un dinamico intreccio tra passato, presente e futuro delle loro vite e della cospiqua fortuna imprenditoriale di Gianpietro.
Inizialmente, fin dai primi spot pubblicitari, ero convinta che si trattasse dell'ennesimo drammone famigliare tanto caro a mamma rai, dal sapore vintage difficile da digerire.
Per caso, mi sono ritrovata a guardare la prima puntata, rendendomi subito conto di quanto a partire da dialoghi e linguaggi, il prodotto sia completamente svecchiato e snaturato da facili moralismi da prima serata, a cui fino a qualche anno fa si sarebbe facilmente andati incontro.
Così, tra parolacce ed espressioni moderne, la serie diventa divertente, dinamica e scorre piacevolmente pur con tutti i suoi drammi, riusciendo a strappare un sorriso regalando al pubblico qualche ora di leggerezza nonostante tutto.
Dal punto di vista di chi non vede, la serie non presenta particolari criticità grazie a suoni e dialoghi, anche se le spiegazioni contribuiscono a rendere il tutto perfettamente e ulteriormente comprensibile.
martedì 23 gennaio 2018
Benedetta follia
Gulielmo lavora in un negozio di arte sacra, quello che chiunque definirebbe un uomo tutto casa e chiesa, profondamente religioso, e rispettoso di ogni precetto cattolico.
Il giorno del suo venticinquesimo anniversario però, la moglie Livia gli confessa di avere una relazione con un'altra donna, che guarda caso è anche la commessa del negozio in cui Gulielmo lavora; per tanto, l'uomo si troverà costretto anche a licenziare la commessa, sarà cercando una sostituta, che l'incontro con Luna, una ragazza vulcanica molto più giovane di lui, gli stravolgerà completamente la vita.
Il film si rivela dinamico e divertente fin dalle prime battute, scorrendo in un ritmo piacevole e leggero,che non fa quasi sentire lo scorrere della durata.
Ciò che colpisce, sono le capacità attoriali della coo protagonista Luna, interpretata da Ilenia Pastorelli, a cui Carlo Verdone ha voluto lasciare ampio spazio, facendo a parere di chi scrive la scelta giusta.
Dal punto di vista di chi non vede, il film non presenta particolari criticità, rivelandosi divertente, leggero e piacevole.
giovedì 18 gennaio 2018
90 special
Ieri sera su italia1, a preso il via 90 special, programma condotto da Nicola Savino che ogni mercoledì per 5 puntate, si occuperà e preoccuperà di riportare in video gli anni 90, con la musica, le mode, gli stili, le tendenze e tutto ciò che li ha caratterizzati.
Senza soffermarsi sul fatto che gli anni 90 siano stati in realtà l'inizio della decadenza politica e umana, tra la politica che faceva capolino e poi irrompeva in tutto il suo marciume, le stragi di mafia e l'inizio da un punto di vista mediatico della tossico dipendenza che mai come in quegli anni ha mietuto vittime, c'è da chiedersi se di celebrarli, ne sentivamo davvero il bisogno? forse sì, perchè si sa che tutto ciò che è passato, crea immediatamente l'effetto nostalgia, e l'illusione che sia più bello del periodo attuale, come se non si riuscisse o non si volesse guardare al futuro, intrappolati in un passato mitizzato e reso indelebile dai ricordi che l'hanno fatto nostro.
Se dovessi basare questa recensione sui tweet entusiasti di adulti in piena sindrome di peter pan che non facevano altro che ricordare, adulare, inneggiare questo o quel personaggio, quel momento, quel vip etc, allora il programma sarebbe stupendo e privo di noia, se invece mi soffermo su tutto ciò che ho visto, allora dico senza troppi giri di parole, che è stato di una noia mortale.
neanche Ffiorello, piombato in studio d'improvviso è riuscito a risollevarne le sorti, dal momento che ci si è concentrati quasi esclusivamente sui racconti di quell'epoca, sentiti e risentiti in alcuni casi, come il fatto che il caraoke inizialmente dovesse essere chiuso, lasciando uno spazio del tutto marginale a quelli che potevano essere video dell'epoca, oppure i brani cantati da Fiorello, accennati con sì o no e san Martino, rigorosamente in play back perchè in quel periodo era d'obbligo.
Si è tentato di costruire una festa che celebrasse gli anni 90 in tutto e per tutto, senza sfociare nell'effetto nostalgia ma, se si fosse optato per quest'ultimo, riportando in auge filmati o musica originale dell'epoca come si è fatto per altri programmi amarcorde, di sicuro la noia l'avremmo scongiurata;
Non a caso forse, i momenti degni di nota sono stati quelli in cui venivano mostrati alcuni spot dell'epoca, in alcuni casi accompagnati da qualche personaggio come ad esempio il signor buonasera, oppure il mix dance composto da 4 brani, da Corona a Labouche, che ha davvero fatto tornare indietro nel tempo.
Spesso mi sono chiesta perchè la rai vada quasi sempre in diretta e mediaset quasi mai, guardando ieri 90 special e la scorsa estate il revival di sarabanda, penso di aver trovato la risposta.
Mediaset le dirette non sa proprio gestirle, troppi problemi tecnici, tempi morti per show infiniti che superano abbondantemente le 3 ore, facendo sprofondare quasi con immediatezza, lo spettatore tra le braccia di morfeo.
L'auspicio e l'augurio che si può fare a 90 special è , che essendosi trattato della prima puntata, possamigliorare e decollare nelle 4 puntate rimanenti.
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lunedì 8 gennaio 2018
Napoli velata
Premesso che la recensione che state per leggere, è scritta da un'amante di Ferzan Ozpetec fin dal suo primo film.
Adriana è un medico, che in una notte di sfrenata passione si lascia andare tra le braccia e all'amore fugace di Andrea, uno sconosciuto che il giorno dopo, in circostanze misteriose viene trovato morto è sarà proprio Adriana che per pura coincidenza scambierà il turno con un collega a registrarne il decesso ma, resasi conto di avere la certezza di riconoscere il cadavere senza identità fino a quel momento, interromperà sconvolta la sua giornata di lavoro.
In una Napoli misteriosa, magica e piena di contraddizioni a fare da sfondo, si svolge questa strana storia che vorrebbe essere un triller nonostante l'inizio sia quello di un film porno, ma che per continuare in modalità triller si svolge in maniera talmente lenta da apparire noiosa e priva di suspance, un mistero che ci vorrebbe essere ma non decolla, anche perchè si sa, Ozpetec non è mai stato autore di gialli.
Lo spettatore assiste impassibile e attonito ad una storia strana, che sembra un'accozzaglia di eventi difficile da capire, un film un pò' troppo indigesto con una trama intricata e labirintica, all'interno della quale è difficile muoversi.
Dal punto di vista di chi non vede, il film è pregno di dialoghi ma anche di silenzi, ai quali è difficile dare un'interpretazione.
Come tutti i film di Ferzan Ozpetec, per essere compresi, vanno sicuramente rivisti almeno una seconda volta, dotandosi possibilmente di spiegazioni nelle parti più visive anche se, per quanto riguarda gli altri film, li ho sempre trovati straordinari a primo impatto, ed erano da rivedere solo per essere compresi meglio, come quando si deve aggiustare qualcosa qua e là ma il prodotto in se rende da subito.
Certo è che quando a deluderti tanto sono i tuoi attori o registi preferiti, la cosa un pò' di sgomento te lo lascia, quasi tristezza perchè speravi in qualcosa di nettamente migliore e la tua curiosità iniziale e le tue aspettative vengono stroncate impietosamente!
Naturalmente e come sempre, il cast attoriale è composto da grandi nomi, che però questa volta, non rendono giustizia al film, apparendo anzi quasi sprecati per la loro bravura.
Se rivedendolo riuscirò a captare qualcosa di più positivo anche se non ci spero, potrete contare inuna seconda recensione in via del tutto eccezionale.
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